Stil life

di Andrea Rosset

e Marina Fornasier

 

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Still Life Artist’s Book
Limited edition of 100
signed and numbered

paperback 16,8×24 cm,
52 pages, colors.

Edizioni Inaudite, 2018

Still Life è una installazione fotografica, realizzata con le immagini di Elisa, 107 anni, e Marina, sua nipote, 28 anni.

Il lavoro ruota intorno ai corpi delle due donne, quello di Marina attivo e cosciente nella sua auto rappresentazione, e quello di Elisa passivo e quasi inconsapevole, confrontati secondo una struttura antinomica di contrasti e assonanze, sia a livello tematico che formale.
 La loro immagine è potente e nitida, l’una nella sua maturità acerba, l’altra in una vecchiezza estenuata, ma attraverso il lavoro di posa si verifica uno slittamento continuo della presenza della nipote nella presenza assenza della nonna, uno scorrimento temporale dilatato e ricorsivo – tra presente passato e futuro – attraverso il corpo, la postura, gli atteggiamenti.
 È un “album familiare” problematico e inaccettabile, per l’irruzione socialmente scandalosa dell’immagine di una quasi morte, di un fine-vita non filtrato in un ambito, quello delle foto di famiglia, volto invece a esorcizzare lo scorrere inesorabile del tempo e a fare da raccordo tra la dimensione privata e quella pubblica del nucleo familiare attraverso una rappresentazione idealizzata che ne certifichi la continuità, l’appartenenza e l’identità sociale. Qui non si esorcizza. Qui si ha un rito di passaggio circolare, nel quale le due identità e il loro rapporto biologico vengono fusi e condivisi: identità è ciò che rende due cose la stessa cosa oppure ciò che le rende differenti.
Le foto di gruppo familiari solitamente congelano le gerarchie del gruppo stesso, sono immagini idealizzate che posizionano i membri della famiglia all’interno di un contesto strutturato, forniscono l’identità relazionale, li raggruppano attorno a un “centro”; in Still Life la gerarchia è invece destrutturata, e la capostipite (la sua funzione, la sua sacralità) viene “scentrata”. Se l’album di famiglia e le foto incorniciate da esporre in salotto sono una sorta di interfaccia tra l’immagine sociale e quella privata del nucleo familiare, e ne cristallizza le identità, le fotografie di Still Life segnano piuttosto un rito di passaggio nel quale le identità di Marina ed Elisa vengono fuse e condivise, e i loro ruoli vacillano; un passaggio non lineare ma circolare che non stigmatizza tanto un’appartenenza, un “questo è” irripetibile, quanto invece un infinito e ricorrente “questo è stato, è, e sarà”. L’idealizzazione dei corpi richiesta alle foto familiari in virtù della loro funzione affettiva e sociale è inoltre negata in Still Life da uno sguardo fotografico il più possibile oggettivo, diretto e non edulcorato, che non si ritrae di fronte a due corpi “esposti” nella loro irriducibile contingenza.

 

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STILL LIFE (2011)
Stampa Lambda su Dibond, stampa inkjet, vari formati

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