terrestri
Terrestri è una videoinstallazione. I volti di alcune persone, fotografate in primo piano, si rivolgono a noi in modo frontale uno dopo l’altro, con sguardo semplice e diretto. Sono ripresi attraverso un vetro rovinato e graffiato, così in alcuni momenti ci sembra di vedere, più che un volto, un suo riflesso. A poco a poco, mentre osserviamo questi volti, qualcosa sembra vacillare nelle loro identità, una lenta ma continua trasformazione percorre le loro sembianze, e una strana vaghezza si insinua tra le rispettive differenze. Da quel momento, mentre li scrutiamo, anche il nostro sguardo si fa meno sicuro di sé, e inizia a scivolare all’interno dei singoli volti, e tra un volto e quello successivo, nel tentativo di contrastare quella incertezza e di carpire un qualche tipo di verità. Sono volti che diventano il fantasma di se stessi, e senza perdere niente della loro inaggirabile singolarità, è come se convergessero verso la memoria di altri volti, di altre singolarità. “Chi sei tu?”, è la domanda sottintesa in ogni ritratto; ma ogni tentativo di ottenere una risposta definitiva si infrange di fronte alla radicale alterità, all’ambiguità, di ogni volto. Di fronte al suo enigma.
Terrestri (2017) |